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Immagine del redattoreDr Bianchini

Il microbiota e l'obesità


Il microbiota intestinale è oggetto di un numero sempre crescente di studi che lo mettono in correlazione con specialità mediche diversissime quanto correlate tra loro: Gastroenterologia, Cardiologia, Neurologia, Psichiatria, Odontoiatria, Oncologia, Endocrinologia e Metabolismo. Ed è proprio nell'ambito della lotta contro l'obesità ("piaga del III Millennio") che il microbiota intestinale può aiutarci tantissimo. I soggetti obesi, infatti, presentano tipicamente un rapporto tra i due più importanti generi batterici intestinali (Firmicutes/Bacteroidetes) ALTO, il che implica:

  • Disbiosi fermentativa, da cui il gonfiore addominale, le alterazioni dell'alvo tipicamente in senso diarroico, presenza di meteorismo.

  • Capacità del microbiota di aumentare l'estrazione calorica dal cibo. Inevitabilmente, questo implica un aumento di peso o la difficoltà a perderne.

  • La disbiosi intestinale genera e/o mantiene un alto profilo infiammatorio. Così diventa sempre più difficile uscire dalla situazione di insulino-resistenza che caratterizza l'obesità.

  • L'alterazione quali-quantitativa del microbiota può riguardare anche generi batterici protettivi del fegato, da cui aumento di steatosi epatica, anche negli astemi.

  • I batteri intestinali sono in grado di influenzare le nostre scelte alimentari, perchè da queste dipende il loro nutrimento. Ecco un altro aspetto che ci lega al fenotipo obeso e che viene difficile contrastare se non ne conosciamo l'origine.

 

Il microbiota intestinale è un organo vero e proprio e come tale ha metodiche analitiche e terapie dedicate che possono essere nutrizionali, batteriche, fitoterapiche e farmacologiche. Analizzare il microbiota intestinale permette di:

  1. Individuare una disbiosi, che è la patologia dell'organo microbiota. Questo permette anche di conoscere come e quanto la disbiosi contribuisca alla malattia sistemica del paziente.

  2. Impostare una terapia specifica per quel paziente. Questo è possibile solo solo se si ha una certezza della disbiosi. Per poter creare una terapia "sartoriale" per il paziente, finalizzata a ridurre il contributo che quella disbiosi dà alla patologia del paziente, occorre sapere col 100% di certezza quali microrganismi sono in eccesso o in difetto e in che misura lo sono.

Il test che io consiglio di eseguire è MyMicrobiota (www.mymicrobiota.it), un servizio completamente Made in Italy e di altissimo pregio scientifico. Dopo aver eseguito il test, con me si potrà svolgere la necessaria consulenza di interpretazione del referto che, altrimenti, rimarrebbe pressochè oscuro e che invece è densissimo di informazioni preziose.



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